La lista dei cibi contaminati: allarme Coldiretti
LaRedazione - 20 aprile 2016Sostanze pericolose contaminano i cibi e sono ancora poche le tutele in materia per i consumatori dell’UE.
In arrivo da Paesi come la Cina, il Sud America, Vietnam ed altri ancora ci sono prodotti come arance, fragole e persino il basilico sempre più disponibili pur provenendo da migliaia e migliaia di chilometri di distanza, da colture che non seguono gli stessi rigidi criteri che la Comunità Europea impone per la tutela del consumatore.
Coldiretti – che ha presentato proprio oggi una vera e propria Black list dei cibi più contaminati – fa il punto sui Paesi ed i prodotti più a rischio. In testa ci sarebbe la Cina, esportatrice anche in Italia di numerosi esempi contaminati e che presentano micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle nostre norme di legge. Ma anche Egitto, Marocco, Vietnam, India e Repubblica Dominicana utilizzano sostanze che sono definite pericolose, eppure largamente distribuite su prodotti ormai a portata dei nostri mercati ortofrutticoli.
Da un’analisi specifica* condotta su alcuni prodotti in particolare, si è osservata la presenza di sostanze in moltissimi casi bandite dall’UE.
Ecco i risultati:
– Dall’India: basilico (contiene Carbendazim, vietato in Italia perché ritenuto cancerogeno)
– Dalla Cina: broccoli (nella maggioranza dei casi con eccesso di Acetamiprid, Chlorfenapyr, Carbendazim, Flusilazole e Pyridaben)
– Dall‘Egitto: melagrane (nel 33% dei casi con sostanze chimiche irregolari), fragole (nel 11% dei casi) e arance (5% dei casi)
– Dalla Rep. Dominicana: meloni, cocomeri (nel 14% dei casi per l’impiego di sostanze come Spinosad e Cypermethrin)
– Dal Vietnam: prezzemolo (con eccessi di Chlorpyrifos, Profenofos, Hexaconazole, Phentoate, Flubendiamide)
– Dal Marocco: arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori (contaminati dall’eccesso di pesticidi vietati nell’UE)
Per l’agricoltura italiana – la più green d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) – vige il divieto all’utilizzo degli OGM. A questo si aggiunge il fatto che il Bel Paese, secondo Coldiretti, ha il maggior numero di aziende biologiche e conta il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).
[*analisi condotta dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa – foto: Greenme.it]
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